Nei giorni scorsi l’Istituto superiore di Sanità (ISS) ha emanato il rapporto n. 4/2021 del 13 marzo 2021 con il quale fornisce indicazioni sulle misure di prevenzione e controllo delle infezioni da Sars-CoV-2 alla luce delle varianti virali che si stanno manifestando e della vaccinazione anti-Covid-19.
Per i datori di lavoro ed in generale per tutte le attività non sospese:
- si conferma la validità delle misure di prevenzione previste nel protocollo condiviso tra le parti sociali del 14 marzo 2020: tutti i lavoratori, inclusi gli operatori sanitari, devono continuare a utilizzare rigorosamente i DPI, i dispositivi medici prescritti, l’igiene delle mani, il distanziamento fisico e le altre precauzioni secondo la valutazione del rischio, indipendentemente dallo stato di vaccinazione e aderire a eventuali programmi di screening dell’infezione attraverso l’utilizzo di test molecolari PCR multi target al fine di rilevare anche le varianti del virus Sars-CoV-2;
- mantenimento delle misure di distanziamento e protezione delle vie respiratorie anche per i lavoratori vaccinati. La vaccinazione anti-COVID-19 è efficace nella prevenzione della malattia sintomatica, ma la protezione non raggiunge mai il 100%. Inoltre, non è ancora noto se le persone vaccinate possano comunque acquisire l’infezione da SARS-CoV-2 ed eventualmente trasmetterla ad altri soggetti;
- in caso di “contatto stretto ad alto rischio” con un caso positivo al Covid-19, anche se vaccinata, una persona dovrà osservare un periodo di quarantena di 14 giorni (periodo oggi previsto data la prevalente diffusione di varianti del virus), al termine del quale dovrà seguire un test molecolare con esito negativo.
Si ricorda che per “contatto stretto ad alto rischio” si intende l’esposizione ad alto rischio a un caso probabile o confermato; tale condizione è definita, in linea generale, dalle seguenti situazioni: una persona che vive nella stessa casa di un caso COVID-19, una persona che ha avuto un contatto fisico diretto con un caso COVID-19 (per esempio la stretta di mano), una persona che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso COVID-19, a distanza minore di 2 metri e di almeno 15 minuti, una persona che si è trovata in un ambiente chiuso (es. aula, sala riunioni, sala d’attesa dell’ospedale) con un caso COVID-19 in assenza di DPI (es. FFP2, FFP3, guanti) e dispositivi medici appropriati (es. mascherine chirurgiche).
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